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P R E S E N T A Z I O N E
L’associazione “Il Fotogramma” di
Nago - Torbole, ha da molto tempo rivolto il proprio sguardo verso una
fotografia caratterizzata da un orizzonte culturale ricco e composito.
Già da qualche anno, infatti, il “Fotogramma”realizza progetti
espositivi di ricerca basati su un comune tema d’indagine: nel 2009 un
lavoro sull’autoritratto, nel 2010 “Rabdomanti” e, nel 2011, la ricerca
dedicata all’interpretazione della canzone “La cura” di
Franco Battiato.
Risultati lusinghieri che hanno permesso sia ai
fotografi del sodalizio, sia alle
comunità di riferimento ove le rassegne sono state proposte, di
guardare alla fotografia come ad un compiuto strumento di indagine
linguistica ed interpretativa su specifici ambiti tematici (talvolta di
natura concettuale) o sulle peculiarità di un territorio.
Per il
2012, con la volontà di mantenere una forte identità sulla fotografia
di ricerca, il “Fotogramma”, con il supporto curatoriale di
PhfPhotoforma, ha deciso di orientare ancor più pragmaticamente la
propria attività, mettendo al centro di un articolato progetto
fotografico la pista ciclabile del Basso Sarca, eattribuendovi
l’emblematico titolo di “Ciclovisioni”.
La definizione topologica
dell’indagine, ampliata talvolta ad un più esteso territorio per
favorire la partecipazione di alcuni soci, ha permesso di guardare ai
“luoghi” delle riprese come a degli habitat entro i quali le differenziate ipotesi di
lavoro potessero fluidamente svilupparsi. Ipotesi, sotto il profilo
metodologico, costruite con specifiche griglie di analisi per
permettere ai partecipanti di restituire una visone composita, e
dialetticamente intrigante, fra i diversi approcci pensati per la
ricerca.
Occorre dire che il percorso non è stato facile,
né agevole. La ragione di ciò, per quanto possa sembrare paradossale, è
contenuta nel fatto che, con l'entusiasmo via via cresciuto attorno al
progetto, alla fine sono ventidue (22!) gli autori che vi partecipano.
La dualità fra ricerca personale e coerenza di un risultato collettivo,
capace di dare un respiro ed un'identità culturale all'intera
associazione, ha potuto trovare un piano di "amalgama" solo
facendo ricorso ad una metodologia di lavoro molto strutturata e basata
sul rilascio, ab origine, di precisi piani di lettura e/o aree
di indagine entro le quali far confluire gli elaborati visivi dei
singoli autori.
Un risultato che, valutando per quantità e
qualità le opere prodotte, può dirsi sicuramente soddisfacente. Nelle
circa ottanta immagini che accompagnano il visitatore all’interno di
“Ciclovisioni”, infatti, si trovano prospettive di lavoro che spaziano
da un uso della pista ciclabile come luogo, topologicamente e territorialmente connotato, ad ambienti
che, trasformati in improvvisati set, sono stati in grado di
offrire interessanti suggestioni per indagini molto personali.
Un
percorso articolato e composito, che permette al visitatore sia di
operare un processo d’identificazione con luoghi che gli saranno
probabilmente familiari, sia di “interagire”, grazie alle feconde
interpretazioni offerte, con la prospettiva di un’inedita visione. E
questo a dimostrare, ove ve ne fosse ancora bisogno, quanto duttile
possa essere, se opportunamente orientata, l’azione visiva della
fotografia e quanto possano dirsi relativi gli ambiti
rappresentazionali che essa possiede.
Nei
diversi temi, quindi, la ciclabile e le correlate visioni ad essa
associabili (da cui il nome composto di “Ciclovisioni”), diviene
interpretazione paesaggistica (urbana o naturalistica), luogo di attraversamento per il
compimento di un’attività del corpo e dello spirito, spazio di
indagine, sotto il profilo mnestico o simbolico, fra ciò che è stato e
ciò che è, o potrà divenire. Con le conseguenti e interessanti
digressioni visive: di tipo calligrafico (bianco/nero versus
colore), tecnico (fissità versus l’uso del mosso
interpretativo), simbolico (l’impiego degli animali per connotare il
tema della “lentezza” in raffronto alla “velocità”), narrativo (alcune
dolci “storie” sviluppate al pari di racconti che ci riportano ai
fotoromanzi di trascorse letture), formale (relazioni grafiche e
cromatiche possedute dagli “oggetti” impiegati dal popolo della
ciclabile) o segnico (con quanto sviluppato sulla segnaletica di
comunicazione – orizzontale o verticale).
La “ciclabile”, un luogo
che nell’immaginario sociale è percepito come spazio di benessere,
opportunità per una ritrovata o desiderata vitalità pisco-fisica,
ambiente ecologicamente connotato e percorribile per la rigenerazione
del sé, è divenuto, per i ventidue fotografi del “Fotogramma”,
semplicemente uno “spazio mentale”entro il quale rappresentare, nei diversi e ben strutturati
dittici e trittici proposti in rassegna,un unico e grande
“elan” collettivo della visione.
Un lavoro di ricerca
che, cercando di mantenere il proprio focus sul
risultato, ha cercato di far esperire ai fotografi un percorso di tipo
“maieutico”, e che, nell’impiego delle leve motivazionali previste dai
moderni percorsi di apprendimento, ha consentito loro di riflettere
sulle opportunità, tecniche ed espressive, contenute all’interno di una
porzione territoriale i cui confini geografici, raramente (e
fortunatamente..), sono stati sovrapposti ai “non-confini” mentali che
ciascun autore ha impiegato per costruire una propria personale e
bellissima “Ciclovisione”.
PhfPhotoforma / Luca Chistè |
settembre 2012 © |
Le stampe fine-art della rassegna sono state eseguite da
Fabio Maione
INAUGURAZIONE SABATO 22 SETTEMBRE / ORE
18.30 / FORTE SUPERIORE DI NAGO (TN)
| lunedi: 15 - 18 |
martedì - venerdì: 15 - 22 | sabato & domenica: 17 - 22 |
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