GLOCAL - evento a cura di Enrico Gusella in
4 atti

 

PROGETTO FOTOGRAFICO DI RICERCA CON LA PARTECIPAZIONE DI VENTIDUE FOTOGRAFI


INAUGURAZIONE SABATO 22 SETTEMBRE / ORE 18.30 / FORTE SUPERIORE DI NAGO (TN)

| lunedi: 15 - 18 | martedì - venerdì: 15 - 22 | sabato & domenica: 17 - 22 |

 

 

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Calzà Matteo - panoramica ©


P R E S E N T A Z I O N E

 


L’associazione “Il Fotogramma” di Nago - Torbole, ha da molto tempo rivolto il proprio sguardo verso una fotografia caratterizzata da un orizzonte culturale ricco e composito. Già da qualche anno, infatti, il “Fotogramma”realizza progetti espositivi di ricerca basati su un comune tema d’indagine: nel 2009 un lavoro sull’autoritratto, nel 2010 “Rabdomanti” e, nel 2011, la ricerca dedicata all’interpretazione della canzone “La cura” di Franco Battiato.
Risultati lusinghieri che hanno permesso sia ai fotografi del sodalizio,ph.
Laura Zinetti sia alle comunità di riferimento ove le rassegne sono state proposte, di guardare alla fotografia come ad un compiuto strumento di indagine linguistica ed interpretativa su specifici ambiti tematici (talvolta di natura concettuale) o sulle peculiarità di un territorio.
Per il 2012, con la volontà di mantenere una forte identità sulla fotografia di ricerca, il “Fotogramma”, con il supporto curatoriale di PhfPhotoforma, ha deciso di orientare ancor più pragmaticamente la propria attività, mettendo al centro di un articolato progetto fotografico la pista ciclabile del Basso Sarca, eattribuendovi l’emblematico  titolo di “Ciclovisioni”.
La definizione topologica dell’indagine, ampliata talvolta ad un più esteso territorio per favorire la partecipazione di alcuni soci, ha permesso di guardare ai “luoghi” delle riprese come a degli habitat entro ph. Paolo Zanin i quali le differenziate ipotesi di lavoro potessero fluidamente svilupparsi. Ipotesi, sotto il profilo metodologico, costruite con specifiche griglie di analisi per permettere ai partecipanti di restituire una visone composita, e dialetticamente intrigante, fra i diversi approcci pensati per la ricerca.
Occorre dire che il percorso non è stato facile, né agevole. La ragione di ciò, per quanto possa sembrare paradossale, è contenuta nel fatto che, con l'entusiasmo via via cresciuto attorno al progetto, alla fine sono ventidue (22!) gli autori che vi partecipano. La dualità fra ricerca personale e coerenza di un risultato collettivo, capace di dare un respiro ed un'identità culturale all'intera associazione, ha potuto trovare un piano di "amalgama" solo facendo ricorso ad una metodologia di lavoro molto strutturata e basata sul rilascio, ab origine, di precisi piani di lettura e/o aree di indagine entro le quali far confluire gli elaborati visivi dei singoli autori.
Un risultato che, valutando per quantità e qualità le opere prodotte, può dirsi sicuramente soddisfacente. Nelle circa ottanta immagini che accompagnano il visitatore all’interno di “Ciclovisioni”, infatti, si trovano prospettive di lavoro che spaziano da un uso della pista ciclabile come luogo, topologicamente e ph. Eddy Rosàterritorialmente connotato, ad ambienti che, trasformati in improvvisati set, sono stati in grado di offrire interessanti suggestioni per indagini molto personali.
Un percorso articolato e composito, che permette al visitatore sia di operare un processo d’identificazione con luoghi che gli saranno probabilmente familiari, sia di “interagire”, grazie alle feconde interpretazioni offerte, con la prospettiva di un’inedita visione. E questo a dimostrare, ove ve ne fosse ancora bisogno, quanto duttile possa essere, se opportunamente orientata, l’azione visiva della fotografia e quanto possano dirsi relativi gli ambiti rappresentazionali che essa possiede.

Nei diversi temi, quindi, la ciclabile e le correlate visioni ad essa associabili (da cui il nome composto di “Ciclovisioni”), diviene interpretazione paesaggistica (urbana o naturalistica), ph. Emanuela Depentori luogo di attraversamento per il compimento di un’attività del corpo e dello spirito, spazio di indagine, sotto il profilo mnestico o simbolico, fra ciò che è stato e ciò che è, o potrà divenire. Con le conseguenti e interessanti digressioni visive: di tipo calligrafico (bianco/nero versus colore), tecnico (fissità versus l’uso del mosso interpretativo), simbolico (l’impiego degli animali per connotare il tema della “lentezza” in raffronto alla “velocità”), narrativo (alcune dolci “storie” sviluppate al pari di racconti che ci riportano ai fotoromanzi di trascorse letture),  formale (relazioni grafiche e cromatiche possedute dagli “oggetti” impiegati dal popolo della ciclabile) o segnico (con quanto sviluppato sulla segnaletica di comunicazione – orizzontale o verticale).
La “ciclabile”, un luogo che nell’immaginario sociale è percepito come spazio di benessere, opportunità per una ritrovata o desiderata vitalità pisco-fisica, ambiente ecologicamente connotato e percorribile per la rigenerazione del sé, è divenuto, per i ventidue fotografi del “Fotogramma”, semplicemente uno “spazio ph.
Luciano Travagliamentale”entro il quale rappresentare, nei diversi e ben strutturati dittici e trittici proposti in rassegna,un unico e grande “elan” collettivo della visione.
Un lavoro di ricerca che, cercando di mantenere il proprio focus sul risultato, ha cercato di far esperire ai fotografi un percorso di tipo “maieutico”, e che, nell’impiego delle leve motivazionali previste dai moderni percorsi di apprendimento, ha consentito loro di riflettere sulle opportunità, tecniche ed espressive, contenute all’interno di una porzione territoriale i cui confini geografici, raramente (e fortunatamente..), sono stati sovrapposti ai “non-confini” mentali che ciascun autore ha impiegato per costruire una propria personale e bellissima “Ciclovisione”.

PhfPhotoforma / Luca Chistè | settembre 2012 © |

 

Le stampe fine-art della rassegna sono state eseguite da Fabio Maione

 


INAUGURAZIONE SABATO 22 SETTEMBRE / ORE 18.30 / FORTE SUPERIORE DI NAGO (TN)

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